Rinnovare relazioni tra imprese e lavoratori con profilo partecipativo e responsabile
“Spero che i tempi siano maturi per lasciarsi alle spalle un XX secolo caratterizzato solo dalla logica dello scontro, del massimalismo e dell’intensità ideologica. Dobbiamo lanciare una sfida per un nuovo patto tra capitale e lavoro in quest’epoca di trasformazione. Parola d’ordine è partecipazione”. Così ha detto il leader della Cisl Luigi Sbarra al convegno di Rimini.
Sbarra ha poi aggiunto: “Dobbiamo lanciare una forte sinergia”. E ha ribadito che “è quello che la Cisl ha proposto un anno fa, un grande accordo nazionale per l’industria italiana che mette allo stesso tavolo il Governo, il sistema delle imprese e le organizzazioni sindacali”.
L’obiettivo è quello di “mettere insieme risorse, tecnologie e conoscenze sul tema della formazione e delle nuove competenze per cambiare il ruolo dell’Europa nella Politica industriale e inserirsi nel deal energetico, digitale e ambientale, in vista dei temi della sostenibilità ambientale, del rilancio delle filiere produttive e dell’impatto che avrà l’intelligenza artificiale, sulla base dell’impegno comune degli Stati membri”.
“E, ancora, l’Europa ha bisogno di costruire un fondo sovrano per sostenere la transizione verso il digitale e il green. Servono risorse. L’Europa deve definire una visione per sostenere la graduale decarbonizzazione. Terzo, abbiamo bisogno di una visione per la Politica industriale in questo Paese, e abbiamo anche bisogno di un ruolo innovativo per le parti sociali”.
“I tempi sono maturi per rinnovare le relazioni industriali con un profilo partecipativo e responsabile – ha aggiunto il leader della Cisl. È necessario avviare un nuovo accordo, una nuova fase di rivitalizzazione del rapporto tra capitale e lavoro, impresa e lavoratori, soprattutto in questo periodo di cambiamento”.
“La parola d’ordine è ‘partecipazione’: rendere le persone più coinvolte – ha concluso il leader della Cisl. Abbiamo accordi partecipativi in imprese importanti. Dove sono state negoziate culture partecipative, oggi registriamo lavoratori più felici, persone più soddisfatte, salari più alti, maggiore produttività e buone condizioni sociali”.
Ciro Di Pietro
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