RIMINI- Lo ha atteso all’uscita, nel cortile della scuola, per “fargliela pagare” per il voto basso ricevuto. Questa la motivazione che ha spinto uno studente di 16 anni dell’Istituto tecnico commerciale di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, ad insultare e aggredire il suo professore che, preso violentemente a schiaffi, calci e pugni. Ed è stato poi soccorso dai sanitari del 118, allertati dopo l’episodio. “Si tratta dell’”ennesimo episodio di una lunga catena che non sembra aver termine- commenta il coordinatore nazionale di Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio– Non è possibile che andare in classe per fare il proprio dovere, sia diventato addirittura un rischio fisico per gli insegnanti”. Di Meglio esorta quindi ad aprire un riflessione sociale “per capire come si sia arrivati a questo punto”. Forse “l’equivoco- ipotizza- sta nell’avere introdotto il concetto demagogico del ‘diritto’ al successo formativo, confondendo il concetto della scuola democratica che deve invece essere la garanzia dell’uguaglianza dei punti di partenza, non di quelli di arrivo”.
Secondo i dati riferiti dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, alla Camera nel question time dello scorso febbraio, dall’inizio dell’anno scolastico sono state 28 le aggressioni ad insegnanti, quasi una alla settimana. Nell’anno scolastico passato, il 2022-2023, erano state in tutto 36, visto il trend, non è escluso che a giugno all’avvio della pausa estiva delle scuole, il bilancio sia peggiorato. Anche i risultati di un recente sondaggio di Skuola.net fatto su un campione di 2 mila studenti, sono preoccupanti: il 18% degli allievi e delle allieve, vale a dire 1 su 5, dichiara di aver assistito almeno ad un episodio di aggressione, sia verbale che fisica, nei confronti di un docente.
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