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Tari, dal 2018 è salita del 9,69%

L’aumento che ha avuto un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti

Tra il 2018 ed il 2023, l’incremento medio della Tari è stato del 9,69%. Un aumento che ha avuto un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti, accentuando così le disuguaglianze socio-economiche e geografiche.

E’ quanto emerge da un nuovo studio dall’Unione Italiana del Lavoro.

“Dall’analisi appare evidente come l’aumento della Tari sia stato più marcato nel Mezzogiorno rispetto al Nord Est. Nel 2022 – spiega Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – l’incidenza della Tari sul bilancio familiare era dello 0,64% nelle regioni del Nord Est e dell’1,34% nel Mezzogiorno”.

Secondo Eurostat, nel 2022, i rifiuti urbani in Europa sono diminuiti del 4% rispetto al 2021, ma con un aumento pro capite del 10%.

“Lo studio UIL – conclude Buselli – evidenzia la necessità di una revisione del sistema Tari per garantire maggiore equità e giustizia sociale, riducendo le diseguaglianze tra le diverse aree geografiche e migliorando l’efficienza dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.

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