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Vendemmia, Nicola Biasi: vitigni autoctoni e Piwi i più performanti

AttualitàVendemmia, Nicola Biasi: vitigni autoctoni e Piwi i più performanti

Enologo: le tecniche agronomiche possono fare la differenza
Milano, 29 ago. (askanews) – La vendemmia 2024 si prospetta “come una delle più impegnative degli ultimi anni ma anche come un’importante occasione di riflessione e di innovazione per tutto il settore vitivinicolo” per la “Resistenti Nicola Biasi”, la rete di otto Cantine tra Friuli, Veneto e Trentino fondata nel 2021 dall’omonimo enologo, che punta sui vitigni Piwi.
“L’andamento climatico del 2024 ha invertito le tendenze dello scorso anno: se nel 2023 abbiamo assistito a piogge abbondanti nel Centro-Sud, quest’anno il maltempo si è concentrato nel Nord Italia, colpendo tutte le regioni da Est a Ovest, dal Friuli al Piemonte. Oltre alle forti precipitazioni, abbiamo dovuto affrontare gravi problemi di malattie funginee e, in alcune aree, anche la grandine ha inflitto danni significativi. Al contrario, il Centro-Sud ha sofferto per la mancanza d’acqua, con conseguenze visibili nella vegetazione poco sviluppata e nei grappoli piccoli e spargoli, preannunciando una vendemmia scarsa” ricorda Nicola Biasi, evidenziando che “è proprio nelle annate difficili che i produttori più abili risaltano”.
“Le tecniche agronomiche possono fare la differenza: una buona gestione del terreno, delle potature e della chioma durante la fase verde è fondamentale per affrontare al meglio, o per lo meno mitigare, le avversità climatiche che ci colpiscono sempre più spesso” prosegue Biasi, spiegando che “alcuni vitigni autoctoni, spesso più tardivi rispetto agli internazionali, stanno mostrando una maggiore performance in annate precoci, mentre i vitigni resistenti, i cosiddetti Piwi, continuano a distinguersi per la loro alta tolleranza alle malattie funginee, anche in condizioni estreme. Chiudere la difesa con pochi trattamenti di rame e zolfo, ottenendo comunque uve perfettamente sane e mature, rappresenta un grande successo” continua l’enologo, rimarcando che “questi vitigni offrono una sostenibilità economica, sociale e ambientale che è imprescindibile per il futuro del nostro settore”.

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